Se avete molti amici bitcoiner, rimarrete sicuramente sopresi da quanti di loro vi diranno di aver avuto un incidente in barca. E immancabilmente, in questi incidenti in barca sono andate perse le chiavi private dei loro bitcoin.

Stiamo parlando di bitcoiner che non si affidano a servizi custodial per conservare i propri fondi. Questi bitcoiner hanno un wallet non custodial, non fiduciario, hanno il vantaggio che non c'è nessun terzo che può accedere alle loro informazioni o modificarle, ad esempio sequestrando i fondi o imponendo regole per ritirare i propri fondi. In poche parole, questi bitcoiner controllano le loro chiavi private. E così hanno il pieno controllo dei loro fondi e fintanto che le chiavi private sono conosciute solo da loro, i loro fondi non possono essere bloccati o sequestrati.

Ora, la prima regola di un bitcoiner è non parlare mai dei propri bitcoin, ma cosa succede se qualche malintenzionato impositore di balzelli vuole aggredire il patrimonio del nostro povero bitcoiner, e magari in qualche modo riesce a conoscere l'indirizzo pubblico del suo wallet, e può vedere quanti sudati sats ci sono conservati?

Essere un bitcoiner significa anche avere la libertà di possedere le chiavi private senza dover rendere conto a nessuno, e può anche accadere che tu possa perderle e nessuno può sostenere che tu abbia ancora quei bitcoin. L'incidente in barca è quello dove tu avresti (ovvero dici di aver) perso le chiavi private e quindi non sei più in possesso di quei bitcoin.

Questo modo di dire è mutuato dal possesso di armi, per le quali una legge ne imponeva la registrazione della perdita; in un processo un agente era stato assolto dall'accusa della mancata registrazione adducendo la motivazione della perdita appunto in un incidente in barca, e da questo precedente viene utilizzata tale motivazione che se può essere valida per un agente deve esserlo per tutti.